
Nel precedente libro avevamo lasciato Gwen, la dodicesima viaggiatrice del tempo, e Gideon, l'undicesimo, durante una missione nel passato per recuperare il sangue dei precedenti viaggiatori al fine di inserirlo nel nuovo cronografo, dopo che il precedente (quasi completo) era stato rubato anni prima da Lucy e Paul, che, veniamo a scoprire sono i veri genitori di Gwen.
Nella fattispecie la scena si interrompeva nel momento in cui il bel Gideon baciava in un confessionale Gwen, che viene però ripresa all'inizio di questo nuovo libro.
Felice come non mai, ed innamorata, la ragazza verrà istruita dalla cugina Charlotte (e Giordano) in tema di minuetti e ventagli per prepararsi al vero incontro con il Conte Saint Germain. Intanto però il comportamento del giovane de Villiers alterna momenti di dolcezza a totale indifferenza che scombussolano Gwen, incapace di capire il suo comportamento.
La ragazza continuerà le sue ricerche per scoprire i veri intenti del conte - in Red, durante il primo incontro il Conte aveva cercato di strangolarla utilizzando i poteri della mente - e troverà Xemerius, un demone doccione dalle battute ironiche, e un giovane Lucas Montrose, suo nonno, fondamentale per la riuscita dell'impresa.
Tra viaggi, ricerche, duelli e balli Gwen finalmente incontrerà faccia a faccia il Conte che le svelerà i "veri" sentimenti di Gideon per lei. E con questo e la scoperta da parte di Leslie di un tesoro nascosto in casa Montrose si chiude questo secondo capitolo della trilogia delle gemme.
Anche in questo romanzo lo stile è ironico e accattivane, e mescola romanticismo, ironia, avventura e un pizzico di storia in modo unico, capace di far innamorare ogni lettore.
Ho letto entrambi i libri in paio di giorni, saziandomi della storia e sperando che ogni pagina non fosse l'ultima. Sono davvero dei bellissimi libri, qualcosa di un po' diverso in questo periodo in cui i vampiri la fanno da padrona, che permettono di trascorrere alcune ore tra risate e intrighi.
L'unica nota negativa, ma ovviamente non è così negativa, è la brevità della storia: 300 o poche più pagine per me sono davvero poche. Questo conduce anche ad un eccessivo affrettarsi delle cose perché, tutta la storia dei due libri si svolge in una settimana.